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Gioielleria veneziana; la storia.

 

 

Venezia, molto tempo fa, appariva diversa dagli equilibri odierni, molto più popolosa, grande centro di cultura e civiltà e fucina di arti e mestieri che ancora oggi  si contraddistinguono per particolarità e maestria.

Tra tante arti, un posto di rilievo spettava ad oreficeria e argenteria. Gli artigiani veneziani ottennero in tale campo risultati eccellenti, e non furono da meno quelli dello stato da Terra e di quello da Mar. Ad essi è dovuta una produzione raffinata e vastissima, di cui molto si è perduto dopo la caduta della Repubblica (colossali le distruzioni dovute all’occupazione francese), ma molto ancora rimane. Si tratta di un patrimonio relativamente poco noto, soprattutto per ciò che riguarda i manufatti destinati ad usi privati e non religiosi.

 

Ci fa riflettere sull’importanza che l’artigianato rivestiva per la vita e la società veneziana e veneta. A Venezia (e sul modello della capitale anche nelle altre città maggiori) gli artigiani erano riuniti in corporazioni o Arti. Dopo un periodo di tirocinio come garzone (due o tre anni), il giovane diveniva lavorante, e dopo qualche anno, superata una prova tecnica, veniva dichiarato capomaestro e poteva mettersi in proprio.

 Famosissime creazioni Veneziane erano, e sono : collane di ambra, di memoria antichissima Paleoveneta, i cammei in corallo, avorio, oro e madreperla, anelli in Filigrana, pietre preziose sopratutto lapislazzuli e turchesi, senza dimenticare il corallo rosso e le iconiche collane di perle che adornavano il florido petto delle cortigiane… Anche se era loro vietato indossarle

 Le “Catenelle Manin”, cui celebre manifattura veneziana che veniva esportata in ogni parte d’Europa dov’era conosciuta col nome di catenella di Venezia, è oggi fabbricata ancora in alcune regioni remote dell’India.

 I “Moretti Veneziani”, sono forse il gioiello più rappresentativo dell’artigianato e della gioielleria della Serenissima Repubblica. Le sue radici risalgono ‘500 e con il tempo è diventato il simbolo della tradizione orafa veneziana. Il nome e la forma derivano dal termine MORO che in veneziano indicava i pirati saraceni che all’epoca compivano razzie sulle coste dalmate dominio della Repubblica. A Venezia il Moretto assunse un’ulteriore accezione: non più solo un amuleto per esorcizzare i pericoli usato dalle donne nei territori del litorale, ma un simbolo di benessere e ricchezza atto a celebrare la supremazia della Repubblica sui mari del Mediterraneo. Ci sono moretti nelle fogge e negli usi più disparati: come spilla o come ciondolo come orecchini o fermacravatte, con ebano e con pietre.

La Rosetta, Regina delle Perle in Vetro. Fu inventata a Venezia nel XV secolo anche se le perle in vetro furono inventate già dai Paleoveneti.
Perché questo nome? Il nome Rosetta venne utilizzato per la prima volta da Marietta Barovier, figlia del più famoso Angelo, associando il disegno della canna di vetro ad una rosa. Si tratta normalmente di un “disegno” a dodici punte, simili a stelle o petali che presenta quasi sempre le stesse combinazioni di colori: bianco, blu, bianco, rosso, bianco ed infine blu. I modelli più antichi sono formati da sette strati. Nei modelli dell’800 e del ‘900 gli strati sono sei o quattro.

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